
Finalmente astaxantina naturale ed economica
Un mangime "biotech" che consente di abbattere i costi di produzione senza compromettere la qualità del pesce
E’ stato finalmente messo a punto un metodo per ottenere astaxantina “naturale”, anziché di sintesi da sottoprodotti del petrolio, a partire da una nuova varietà di soia transgenica.
L’astaxantina, un pigmento appartenente alla famiglia dei carotenoidi, è ampiamente utilizzata come supplemento alimentare in itticoltura poiché è tra i principali responsabili della colorazione rosata della carne di alcuni pesci, come ad esempio il salmone e la trota iridea. L’astaxantina è naturalmente presente solo in un limitato numero di piante, batteri, microalghe e funghi.
Allo stato attuale queste fonti non sono sufficienti per soddisfare il mercato globale che si aggira intorno alle 300 tonnellate ogni anno, per un giro di affari di circa 240 milioni di dollari. Tantomeno lo saranno in futuro, dal momento che il pesce sarà tra le principali fonti proteiche per la dieta umana e si stima che il 62% del suo consumo deriverà entro il 2032 dall’acquacoltura.
L’astaxantina sintetica oggi utilizzata viene ottenuta dalla lavorazione del petrolio e il prodotto finale contiene diverse forme molecolari, comprese quelle che non sono predominanti in natura. L’astaxantina “naturale” è preferibile quindi all’additivo sintetico poiché è più pura e determina una pigmentazione più intensa e ricca nella carne dei pesci. Inoltre, i costi di produzione per l’astaxantina sintetica sono molto alti.
Per questo motivo è necessario trovare sistemi di produzione alternativa. Un lavoro pubblicato su Plant Biotechnology Journal da ricercatori americani dell’Università Nebrask-Lincoln descrive lo sviluppo di una linea di soia transgenica in grado sintetizzare chetocarotenoidi (tra cui astaxantina) e omega 3, che vengono accumulati nei semi da cui viene estratto l’olio. L’utilizzo di mangime arricchito con l’olio estratto da queste piante può abbassare i costi di produzione e non compromette né i parametri di crescita dei pesci né la qualità nutrizionale della carne finale.
Non è un problema neppure il fatto che questa linea di soia sia OGM. La soia e i suoi estratti sono già tra i componenti principali nei mangimi e in Italia l’importazione di cibo per bestiame derivato da materie prime geneticamente modificate è sempre stato consentito.
Mara Miculan
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Uno dei temi più rilevanti legati all'introduzione degli OGM è la loro sicurezza alimentare. Al riguardo c'è nella gente il timore che la modificazione genetica possa comportare l'introduzione nella catena alimentare di prodotti con potenziali effetti collaterali non del tutto prevedibili, per cui cibarsi con alimenti OGM potrebbe comportare maggiori rischi rispetto ai cibi tradizionali non geneticamente modificati. E' veramente così?
Riguardo alle biotecnologie e, in particolare all'introduzione di organismi geneticamente modificati (OGM) nel settore agroalimentare, si è acceso negli ultimi anni un forte dibattito a livello nazionale e internazionale relativamente alle tematiche della protezione dell'ambiente e della salute, così come implicazioni economiche e sociali e questo nonostante ci sia ampio consenso in ambito scientifico nel ritenere che i cibi OGM non presentino rischi maggiori di quanti ne presenti il normale cibo.
Una delle fonti principali dove poter trovare informazioni sull'argomento è sicuramente EFSA, l’agenzia europea, istituita nel 2002, fonte indipendente di consulenza scientifica e comunicazione sui rischi associati alla catena alimentare. La legislazione alimentare generale ha creato un sistema europeo di sicurezza alimentare in cui la responsabilità di valutare i rischi e quella di gestirli sono tenute separate. L’agenzia che opera in modo indipendente dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, è stata, ha di recente dedicato una sezione del proprio sito informativo proprio al tema OGM, sulle richieste di autorizzazione di OGM e sulla cooperazione con gli Stati membri dell'UE. Un'altra sezione illustra il quadro normativo che disciplina il lavoro dell'EFSA in tema di OGM.Già nel 2011 l'EFSA ha infatti avviato un progetto per valutare otto nuove tecniche di miglioramento di vegetali. Al gruppo di esperti scientifici è stato chiesto di valutare se i correnti documenti orientativi fossero ancora validi per piante sviluppate utilizzando le nuove metodiche che includevano intragenesi, cisgenesi e tecnica della nucleasi a dito di zinco (ZFN). Il gruppo di lavoro ha concluso che l’attuale guida alla valutazione del rischio (tra cui una guida alla valutazione dei rischi ambientali) era applicabile anche alla valutazione di alimenti e mangimi derivati tramite queste nuove tecniche. Nel 2013 la Commissione europea ha richiesto che l'EFSA sospendesse ulteriori valutazioni di nuove tecniche di miglioramento vegetale, per consentire al gruppo OGM di concentrarsi sulla valutazione di richieste di autorizzazione di OGM e sullo sviluppo di linee guida. Per i dettagli è possibile scaricare il pdf sottostante.
In Italia la discussione sulle nuove tecniche biotecnologiche, ed in particolare sulla cisgenesi e il genome editing è stata portata in senato il 30 luglio del 2015 come “Affare assegnato sulla materia delle nuove tecnologie in agricoltura, con particolare riferimento all'uso delle biotecnologie sostenibili e di precisione (Atto n. 591)”. Da allora fino a luglio 2016 la 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) ha eseguito nove sedute con audizioni di rappresentanti del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), appresentanti del Consiglio nazionale per le ricerche (CNR) del Presidente della Società italiana di biologia vegetale (SIBV) e del Presidente della Società italiana di genetica agraria (SIGA) di rappresentanti della Fondazione Edmund Mach di rappresentanti di Greenpeace Italia dell'Associazione italiana sementi (Assosementi) e di esperti vari (tra cui anche i ricercatori di IGA).
Il mondo della ricerca sostiene che miglioramento genetico vegetale rappresenta uno dei settori attraverso i quali è possibile aumentare competitività e sostenibilità del sistema agricolo anche rispetto alle sfide della efficienza produttiva, dei cambiamenti climatici, della sostenibilità delle produzioni, con riferimento soprattutto alla riduzione dell’uso dei pesticidi. Tra le nuove tecniche biotecnologiche, quelle più promettenti e per le quali vi è un notevole interesse della comunità scientifica, sono la cisgenesi e il genome editing. Si tratta di tecnologie di recente messa a punto che permettono di modificare in modo mirato il patrimonio genetico di una varietà commerciale, frutto spesso di numerosi anni di breeding, riproducendo quanto avviene attraverso le mutazioni naturali o l’incrocio naturale (processi che sono alla base della struttura genetica delle moderne varietà coltivate di tutte le specie agrarie), ma in maniera rapida e selettiva.
ll miglioramento genetico vegetale rappresenta uno dei settori attraverso i quali è possibile aumentare competitività e sostenibilità del sistema agricolo anche rispetto alle sfide della efficienza produttiva, dei cambiamenti climatici, della sostenibilità delle produzioni, con riferimento soprattutto alla riduzione dell’uso dei pesticidi. Tra le nuove tecniche biotecnologiche, quelle più promettenti e per le quali vi è un notevole interesse della comunità scientifica, sono la cisgenesi e il genome editing. Si tratta di tecnologie di recente messa a punto che permettono di modificare in modo mirato il patrimonio genetico di una varietà commerciale, frutto spesso di numerosi anni di breeding, riproducendo quanto avviene attraverso le mutazioni naturali o l’incrocio naturale (processi che sono alla base della struttura genetica delle moderne varietà coltivate di tutte le specie agrarie), ma in maniera rapida e selettiva.
Patricija Muzlovic