INNOVAZIONE VARIETALE: PROSPETTIVE E CRITICITA'

Innovazione varietale: prospettive e criticità.

Cosa significa di preciso "innovazione varietale"?

Sul sito della regione FVG ho trovato la notizia relativa alla nuova varietà di soia OGM-free prodotta dall'Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (ERSA) e validata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) con l'iscrizione nel registro nazionale delle varietà vegetali. Come si pone questa nuova varietà sul mercato? 

Se non si tratta di OGM, che metodi di produzione sono stati utilizzati? 


Risposta: Innovazione varietale - prospettive e criticità.

L’innovazione varietale significa selezionare varietà che possono fornire produzioni di alta qualità con ridotto fabbisogno energetico ed a basso impatto ambientale e per rispondere alle esigenze sempre più eco-consapevoli dei consumatori. La Convenzione internazionale UPOV del 1991 definisce come “varietà” insieme di individui coltivati identificabili mediante l’espressione delle caratteristiche risultanti da un dato genotipo o da una combinazione di genotipi, che si distingue nettamente da un qualsiasi altro insieme vegetale per almeno una delle suddette caratteristiche e che dopo cicli di moltiplicazione successive conservi le proprie caratteristiche distintive. 

L’Unione Internazionale per la Protezione delle Nuove Varietà Vegetali è  nata a seguito di una Convenzione, sottoscritta a Parigi nel 1961 appunto per la protezione delle nuove varietà di piante.  Entrata in vigore nel 1968, è stata poi oggetto di successive revisioni nel 1972, 1978 e 1991 (quest'ultimo in vigore dal 24/4/1998). Scopo dell'UPOV è quello di promuovere un efficiente sistema di protezione sui ritrovati vegetali ed assicurare che i membri dell'Unione riconoscano i risultati raggiunti dai costitutori vegetali, concedendogli un diritto di proprietà intellettuale. Inoltre assiste i paesi membri nel processo di implementazione nella propria legislazione nazionale. Attualmente (luglio 2011) aderiscono all'UPOV 70 paesi, fra cui anche l'Italia.

Per essere idonee alla protezione, le varietà devono rispondere a requisiti di: novità e distinguibilità dalle varietà già esistenti, uniformità e stabilità. I costitutori vegetali (breeders) che operano in Italia hanno due possibilità alternative per tutelare le proprie novità vegetali:

  • tutela solo per l'Italia, con la protezione nazionale per le nuove varietà vegetali, attraverso il Decreto Legislativo 10 febbraio 2005, n.30;
  • tutela per tutto il territorio della Comunità Europea, con il regime comunitario di privativa per i ritrovati vegetali (Reg. (CE) 2100/94).

Patricija Muzlovic


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